I semi che depurano l’acqua
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Un sistema naturale già usato per potabilizzare l’acqua nell’Antico Egitto torna sotto alla lente degli scienziati: sfrutta le proprietà dei semi di una pianta tropicale.
Una Moringa oleifera con i baccelli dei semi bene in evidenza. VIDEO
L’accesso all’acqua potabile continua a essere un problema per milioni di persone nel mondo, con tutto ciò che questo comporta in termini di salute e di qualità della vita in generale.
Per migliorare la situazione gli scienziati stanno battendo numerose strade: si approntano chip che purifichino l’acqua dai contaminanti, si sperimentano sistemi per purificare l’acqua di fogna o ancora ottenerne di pulita a partire da rifiuti organici umani.
Un ulteriore impulso arriva dalla Pennsylvania State University, che ha fatto passi avanti nello studio di un sistema usato per depurare l’acqua già nell’antico Egitto e incentrato sui semi di una pianta.
Moringa oleifera. Appartenente alla famiglia delle Moringaceae, la Moringa oleifera cresce nella fascia tropicale ed equatoriale della Terra. La farina ricavata dai suoi semi si è rivelata un ottimo depuratore dell’acqua, tanto da essere impiegata, migliaia di anni fa, nella valle del Nilo, proprio a questo scopo.
La sete del mondo
Coltello molecolare.
Da qualche anno a questa parte alcuni scienziati della Pennsylvania State University hanno concentrato i loro sforzi per studiare a fondo le proprietà di questa pianta.
Un primo risultato, reso noto a settembre del 2010, spiegava che una delle proteine dei semi della Moringa oleifera è una proteina cationica (cioè carica positivamente).
Secondo Darrell Velegol, professore di ingegneria chimica, questa proteina «contiene una piccola sequenza peptidica che agisce come fosse un coltello molecolare ed è in grado di attraversare la membrana dei batteri e di ucciderli».
I semi della Moringa Oleifera. Pennsylvania State University. Gli scarti sul fondo.
Mentre il coltello molecolare miete vittime, i semi della Moringa oleifera favoriscono l’accumulo delle sostanze fluide e dannose sulla superficie di un condensato (fenomeno dell’adsorbimento) e la conseguente flocculazione, cioè la creazione di fiocchi che si depositano sul fondo del contenitore d’acqua inquinata, lasciando dunque in superficie quella pulita.
La fusione delle membrane. Gli studiosi della Pennsylvania State University hanno proseguito la ricerca e i dati più recenti (pubblicati su Langmuir) hanno aggiunto interessanti tasselli. Innanzitutto, sembra che i semi della Moringa oleifera fondano tra loro le membrane dei batteri.
Dunque, il coltello molecolare taglierebbe la protezione di ogni singola cellula, inducendo la formazione di un’unica membrana contenente tutto il materiale organico. Poiché le membrane hanno il compito di proteggere le singole cellule, quando queste difese vengono violate, i batteri finiscono KO.
La mietitura
L’altro punto interessante è la risposta a una domanda tutt’altro che secondaria: quando raccogliere i semi in modo da garantirsi il massimo di efficienza depurativa delle proteine. Sapevamo infatti che la capacità di ripulire l’acqua variava a seconda del periodo in cui avveniva la mietitura: ora sappiamo che il momento ideale è durante la stagione delle piogge, quando i semi sono maturi.
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